Un’intensa introduzione vede la firma di Moni Ovadia, qui ne riportiamo un brano.
“La letteratura a fumetti ha da tempo conquistato lo status di letteratura autentica, di grande letteratura. I capolavori come Maus di Art Spiegelman o Contratto con Dio di Will Eisner hanno sancito definitivamente il valore espressivo estetico e culturale della narrazione che coniuga il disegno e la parola. Oggi il fumetto che ha editori specializzati di altissima qualità sa raccontare ogni tipo di storia in ogni contesto con un’incisione, una forza e una verità che non hanno nulla da invidiare alla narrativa strictu sensu e neppure a quella meno convenzionale o sperimentale. Ne ho fatto esperienza diretta avendo visto come un mio spettacolo stilisticamente basato sull’affabulazione umoristica punteggiata da frammenti di meditazione anche dolorosa, e da canti e musiche, abbia trovato una sua nuova e stupefacente vita nel racconto a fumetti. Paolo Castaldi, giovane narratore del fumetto e disegnatore di grande talento, nella sua opera Etenesh si cimenta con il tema dell’immigrazione clandestina, iscrivendo nel tragico sfondo di un epos collettivo di migliaia e migliaia di vite vendute e disperate, che affrontano i viaggi infernali della speranza verso l’Occidente, la storia individuale di una giovane donna etiope che sopporta ogni calvario per dare alla propria vita una possibilità di futuro. Tavola dopo tavola ci troviamo confrontati con uno dei grandi drammi del nostro tempo. Attraverso un segno grafico intenso e inventivo vediamo trascorrere nei volti dei personaggi la paura, il dolore, lo spaesamento, l’offesa della violenza, delle torture, degli stupri, le lacrime dei pianti non risarciti dal conforto. La storia di Etenesh, in queste tavole, si fa affresco dell’infamia del nostro mondo che sacrifica all’egoismo dei nostri privilegi le vite di nostri simili che hanno l’unica colpa di essere nati dove sono nati. Questo fumetto sa fondere la crudezza di un reportage con la commozione di una piccola grande storia”.